martedì 3 luglio 2012

Osservare con un metro di diametro




Saturno
M13
M57
osservatorio di Merate
Finalmente lunedì 25 giugno 2012, dopo ben 6 mesi di attesa, ci aspetta la visita all'osservatorio astronomico di merate (che sarebbe il distaccamento di quello di Brera), per una serata osservativa. Lì dispongono di uno specchio di ben un metro di diametro, e quindi è piuttosto alta la nostra aspettativa. Siamo in quattro, io, Massimiliano, Giorgio(alla sua prima osservazione) e Stefano. La serata non è delle migliori, ormai ci siam resi conti che il momento migliore per osservare è l'inverno. In cielo c'e parecchia foschia e soffia anche un discreto vento. Comunque giungiamo ottimisti alla struttura, dove incontriamo un nutrito gruppo di persone in attesa come noi. Mentre Giorgio e Stefano discutono sul perchè e il per come di un cedro libanese enorme presente nel giardino dell'osservatorio, io e Massi cerchiamo di ascoltare qualche parola dell'astronomo che è venuto ad accoglierci. Poi dopo una brevissima introduzione, e il pagamento della serata, solo 5 euro, veniamo accompagnati alla cupola. La visione del telescopio è spettacolare. Ovviamente è enorme, e tutta la struttura che li gira intorno è incredibile. Loro non lo usano più neanche per osservazioni scientifche, dato che ormai anche il cielo di Merate è vittima di un forte inquinamento luminoso, ma solo per serate divulgative. Pensiamo subito.."che spreco"...Sono circa le 21 e 30 e come ogni buon astrofilo sa bene, a giugno a quest'ora c'è ancora troppa luce, ma la luna è visibile per un quarto e i ragazzi (gli astronomi addetti) puntano subito verso il nostro satellite. Il telescopio dispone di due cercatori, uno di 10 cm, e l'altro di 20 cm (come il nostro telescopio). La visone della luna è sempre emozionante, e nel 20 riconosciamo gli stessi dettagli già noti. Nell'oculare principale il dettaglio della superficie è di grande impatto, nonostante l'immagine "frigga" un pò, come si dice in gergo, per via del già citato vento. Comunque è notevole, rendersi conto della superficie lunare così da vicino, realmente percepirla come un mondo alieno. Rimaniamo tutti affascinati, e Giorgio alla prima esperienza molto colpito, soprattutto dalla visione al 20cm, dove la luna si vede in toto, con la zona del terminatore che contrasta con la parte illuminata. Dopo varie manovre di alliniamento e di posizione, finalmente passiamo al secondo oggetto della serata, e nel frattempo si  è fatto un pò più buio. Breve visione di Marte. Purtroppo lontano dal''opposizione, in un cielo piuttosto penoso, senza filtro alcuno, vediamo solo una pallino rosso in ordine crescente dai tre divrsi oculari(10 cm, 20 cm, 1mt). Poi passiamo a Saturno, che ci ridà un po di sprint. La visione dal 20cm è gia appagante. Si vedono benissimo gli anelli e due satelliti, l'immagine è nitida. Il signore degli anelli lascia sempre tutti a bocca aperta, persino Stefano ne rimane colpito. Nell'oculare principale Saturno appare grossissimo, nessuno di noi l'ha mai visto così grande. Purtroppo il maggiore ingrandimento lascia spazio anche alla solita immagine che frigge, e dunque paga un pò dazio, e purtroppo, cosa che ci lascia un pò sgomenti, all'osservatorio non possiedono un oculare con meno ingrandimenti...Dopo Saturno passiamo a quello che secondo me e Massi è stato l'oggetto migliore della serata, anche perchè nessuno di noi due l'ha mai visto, e mai lo rivedrà credo, in questo modo, utilizzando cioè un tale diametro. Parlo di M13, un ammasso globulare distante da noi 23,500 a.l. Un oggetto fantastico, visto praticamente come l'immagine del catalogo Messier, bellissimo nonostante la serata così così. Veramente una visone indimenticabile, e al quale sia io che Massi abbiamo dedicato molto tempo all'oculare. Come ultimo oggetto siamo passati a qualcosa di poco meno spettacolare, ma data la sua natura forse ancora di più prezioso di M13. M57, una nebulosa planetaria, la famosa nebulosa ad anello. Ed proprio questo anello che siamo riusciti a scorgere, anche se non siam riusciti a vederne il nucleo. Comunque un altro oggetto a cui abbiam dedicato parecchio  tempo all'oculare, e che ci ha regalato un altra grande emozione...il classico botto finale. La serata infatti si è conclusa così, e direi che tutti e quattro siamo scesi dalla collinetta della cupola piuttosto soddisfatti. E anche se a me, credo per l'aria condizionata della macchina, il giorno dopo sia venuta la febbre a 39 e mezzo, direi che ne è proprio valsa la pena, ed è una esperienza che consiglio a tutti, astrofili e no, ma soprattutto ai primi. Tant'è che ho già chiesto a Massi di prenotare per  una altra visita. Visti i tempi di attesa, sarà sicuramente d'inverno, dove potremo crogiolarci in una visione di M42, che sicuramente non capita spesso....speriamo se ne ricordi....

giovedì 1 marzo 2012

ASTRONOMIA PER TUTTI

ASTRONOMIA PER TUTTI
Osservatorio Castione della Presolana
Nebulosa in Orione

Così si chiama il corso a cui abbiamo partecipato questo ottobre io e il coautore di questo blog (e altri due nostri amici), e da cui, si può dire sia partito tutto quanto. Ma andiamo con ordine. Circa tre anni e mezzo fa, forse quattro, si è risvegliata in me una passione che fin da piccolo mi aveva coinvolto, e che da qualche anno avevo dimenticato, la passione per le stelle. Mi ricordo che alla fine di una puntata del programma “Report”, trasmesso da RaiTre, fecero un breve servizio su uno dei grandi telescopi sparsi per il mondo. Fu come una scintilla. Improvvisamente mi venne una voglia di conoscere ed imparare ad osservare il cielo. Il mio primo impulso fu di comprarmi un telescopio. Saggiamente consigliato dalla mia ragazza, e da siti internet che sconsigliavano di comprare oggetti di questo tipo senza la minima conoscenza, ho desistito dal mio intento. Così ho cominciato a studiare (da autodidatta diciamo), leggendo libri, riviste, guardando documentari, e tutto ciò che riguardava l’astronomia. Ho fatto molta teoria, cercando di avvicinarmi alla teorie della moderna cosmologia, di capire l’evoluzione di  stelle e galassie, conoscere il nostro sistema solare e via dicendo. Gli anni passano in fretta si sa, e dopo due anni consecutivi di tentativi falliti di osservare in osservatori amatoriali (tra mal tempo e problemi vari), mi ero convinto che per l’osservazione visuale bisognasse aspettare ancora un po’. Poi l’estate scorsa, mentre girovagavo per un edicola di Cagliari, mi sono imbattuto in una rivista mai vista prima, Nuovo Orione (ero solito leggere Coelum). Comprata mi imbatto in questo articolo che propone un breve corso introduttivo all’astronomia, sia teorica che pratica. Per fortuna sono riuscito a coinvolgere nella cosa anche tre miei amici, anche loro affascinati dalla materia. E’ stata la svolta. Non solo il corso mi ha fatto scoprire ed imparare moltissime cose sulla pratica osservativa, ma ho conosciuto il gruppo astrofili di Cinisello Balsamo (di cui ora faccio parte), e finalmente sono riuscito a guardare da un telescopio, quello gestito dal suddetto gruppo, a Castione della Presolana, nella bergamasca. Poi è arrivato il binocolo, il primo piccolo telescopio (di Massi per la verità), e infine il nostro acquisto in comune, il riflettore 200x1000. Si è aperto tutto un mondo di possibilità, di cose da fare, da vedere, di persone da incontrare. Devo dire che “astronomia per tutti”, mi ha dato veramente tanto, e ringrazio Nino Ragusi e Cristiano Fumagalli per la preparazione e la gentilezza sempre dimostrata. Prossimamente pubblicherò un post anche sulla mia prima serata all’osservatorio, sperando che possa aiutare qualcuno alle prime armi come me a capire cosa realmente si vede attraverso un telescopio.

giovedì 16 febbraio 2012

TEORIA DELL’INFLAZIONE

Alan Guth

La teoria dell’inflazione nacque nei primi anni '80, dall'esigenza, di colmare alcune falle del modello standard (vedi Teoria del Big bang), quali la piattezza dell’universo e il problema dell’orizzonte. Tale teoria ipotizza un periodo di espansione esponenziale durante il quale le dimensioni del nostro universo attuale si dilatarono, partendo da quelle di un protone fino ad arrivare a quelle di un pompelmo. Fu proprio questo processo ad  avere “appiattito” l’universo . L’analogia a cui si ricorre spesso è quella di un palloncino e della sua superficie curva che, sottoposta ad una espansione abbastanza lunga, può apparire piatta. Questo avrebbe fatto l’inflazione allo spazio-tempo quando l’universo era ancora molto giovane. Il primo modello inflazionistico, fu ideato da  Alexei Starobinski, che non usò il termine inflazione. Essendo un modello molto complicato, e aggiungendo che a quell’epoca per gli scienziati russi era molto difficile esporre le proprie idee al mondo, la teoria non superò i confini nazionali. Il termine inflazione fu utilizzato dal fisico americano Alan Guth, nel 1981. Più semplice da capire, e più facile da “esportare”, nonostante gli errori di dettaglio (riconosciuti subito dall’autore), fu questa versione a far conoscere ai cosmologi la potenza dell’inflazione.  Essa dunque “appiattisce” lo spazio, ma non lo fa in modo perfetto. A causa degli effetti quantistici, rimangono delle piccole irregolarità, che sono all’origine delle stelle e delle galassie future. Gli argomenti a favore dell’inflazione si riassumono in tre affermazioni.
L’inflazione è inevitabile. I progressi della fisica teorica hanno corroborato l’esistenza di campi in grado di produrre l’inflazione nell’universo primordiale. L’inflazione spiega perché l’universo attuale sia così uniforme  e piatto. E infine, la teoria dell’inflazione è fortemente predittiva. Conferme sono arrivate dalla radiazione cosmica di fondo, e dalla distribuzione delle galassie. Ciononostante, la teoria oggi “accusa” diversi colpi, e non tutti i cosmologi l’accettano senza remore, Questo più a livello logico che non tramite le osservazioni, che si sposano quasi sempre bene con la teoria. I punti più controversi sono quelli di una “cattiva inflazione”, che produca per esempio variazioni di temperatura troppo elevate; la cosiddetta “inflazione eterna”, per cui in un insieme infinito di possibilità (inflazionistiche), non c’è modo di dire che il nostro universo sia l’unico risultato possibile di un'unica inflazione possibile. Quindi qualche cosmologo oggi sostiene che le analisi hanno confermato i dati della teoria inflazionaria ingenua precedente al 1983, ma questa teoria non è la cosmologia inflazionaria che intendiamo oggi. La maggior parte sostiene che i dubbi nei confronti della teoria sono solo mal di pancia. La controversia sarà risolta da dati empirici. L’osservazione dell’impronta di un onda gravitazionale rafforzerebbe l’inflazione, la sua mancata osservazione sarebbe una sconfitta. Non ci resta che aspettare…..

lunedì 6 febbraio 2012

Conoscere il cielo - Le Pleiadi

Figura 1
Nella costellazione del Toro, più o meno allo zenith da ottobre a marzo,  è possibile vedere un ammasso aperto molto affascinante: Le Pleiadi (M45).
Figura 2
Mappa stellare del 4200 a.c.
Figura 3
Si tratta di un fitto gruppetto di stelle molto vicine tra loro, abbastanza  simili per forma alla costellazione dell'Orsa maggiore, ma in miniatura (per questo motivo sono spesso scambiate per l'Orsa minore, che occupa un'altra porzione di cielo). Ad occhio nudo si possono scorgere cinque o sei stelle in un cielo moderatamente inquinato, dieci o dodici in un cielo buio fuori dalle aree urbane. Se osservate con un binocolo potrete vederle in tutto il loro splendore. Appaiono da subito molto più numerose ed è possibile individuare alcune coppie e gruppi di stelle ad est e sud-ovest. Con un telescopio a bassi ingrandimenti si potrà inquadrare tutto l'insieme, mentre con ingrandimenti più alti non sarà possibile osservare l'ammasso completo nell'oculare ma emergeranno degli aloni azzuri (figura 1): sono delle deboli  nebulosità diffuse che riflettono la luce delle stelle più luminose dell'ammasso, creando un effetto affascinante visibile solo con strumenti potenti o tecniche di astrofotografia. Nella mitologia le Pleiadi sono citate più volte. Atlante, il titano che reggeva il mondo sulle sue spalle,  ebbe diverse relazioni amorose tra le quali quella con Pleione dalla quale nacquero le Pleiadi che, perseguitate da Orione vennero mutate in stelle da Zeus; per questo l'ammasso è anche conosciuto come "le sette sorelle" e pare che, nell'antichità, gli indiani d'America e i greci le usassero per misurare la vista. Un'altra prova del fatto che le Pleiadi fossero conosciute nell'antichità, è il ritrovamento di due  pietre con incisa una mappa stellare risalente al 4200 a.c.. La scoperta è avvenuta in una località della Valle d'Aosta e le tavole (figura 2) mostrano delle incisioni semisferiche create dall'uomo che ritraggono il gruppo delle Pleiadi. In giapponese Pleiadi si dice Subaru, per questo il marchio della nota casa automobilistica giapponese (figura 3) rappresenta le sei stelle più luminose dell'ammasso.

venerdì 3 febbraio 2012

La teoria del Big Bang





La teoria del big bang è, ad oggi, la più accreditata teoria sulla nascita dell’universo. Il suo nome fu coniato, in maniera “bizzarra” dall’astronomo britannico Fred Hoyle, che  usò questo termine in maniera spregiativa contro una teoria da lui osteggiata, che definì “interessante  e minacciosa”, riferendosi alla singolarità all’inizio del tempo. La teoria prevede che l’universo ebbe inizio circa 15 miliardi di anni fa, da un globo caldissimo, super denso (la singolarità appunto). Da essa ebbe origine tutto ciò che vediamo oggi intorno a noi, sulla terra e fuori dal nostro pianeta, fino al limite dell’universo visibile. Una delle prime  e più importanti prove della teoria  arriva nel 1917 dalle equazioni della relatività generale di Einstein, in cui il grande scienziato tedesco “costruisce” un modello matematico dello spazio tempo nella sua totalità, in cui l’universo non può essere statico e immutabile, ma in espansione o in contrazione. Un'altra prova della validità della teoria arrivò alla fine degli anni 20, dall’astronomo americano Edwin Hubble 

Edwin Hubble
Fred Hoyle
(a cui è dedicato il telescopio spaziale attualmente ancora in orbita), cha dalle sue osservazioni si accorse che le galassie si allontanano l’una  dall’altra ad una  velocità molto elevata. Ciò dimostrò che l’universo era in espansione, perché non sono le galassie a viaggiare nello spazio-tempo, ma quest’ultimo ad espandersi “trascinando” con se le galassie. Gli astronomi sono soliti dimostrare questo passaggio con l’analogia dell’uvette e dei canditi in un panettone. Durante la lievitazione del dolce, infatti, le distanze tra le uvette e quelle tra i canditi aumentano, senza che esse si muovano nell’impasto. Un'ulteriore prova a sostegno del big bang arrivò da una scoperta casuale, ma di importanza fondamentale. Nel 1965 Arno Penzias  e Robert Wilson, mentre facevano ricerche radioastronomiche per conto dei Bell  Research Laboratories, scoprirono un'interferenza, un rumore radio nelle microonde che proveniva uniformemente da tutto il cielo. Non immaginavano quello che avevano trovato, nè sapevano che alcuni gruppi di ricerca da anni stavano cercando proprio quell’interferenza. Era la radiazione cosmica di fondo, il residuo dell’energia del globo di fuoco del Big bang. Questa incredibile scoperta lasciò però spazio ad un’altra importante domanda. La radiazione cosmica di fondo risultava infatti quasi troppo uniforme e compatta, mentre la teoria prevedeva che la materia si sarebbe formata grazie a delle piccole irregolarità nell’universo. Queste piccole irregolarità furono trovate nel 1992 dal satellite della NASA COBE, che aveva trovato increspature della grandezza previste esattamente dal modello standard. In ultimo, per studiare con ancora più precisone queste irregolarità, l’ESA ha lanciato nel 2009 il satellite Planck, che ha mandato dati sufficienti per poter ricostruire una mappa dell’universo primordiale.
Mappa dell'universo primordiale

Questo articolo rappresenta un brevissimo riassunto di quello che riguarda, a grandi linee, la teoria del Big bang. Personalmente (nel mio piccolo, ovviamente), mi sento di dire che la teoria del Big bang è sicuramente un modello valido e ormai comunemente accettato, ma lascia aperti altri interrogativi, e non è detto che sia per forza quello corretto. Per esempio mi son sempre chiesto: perché, nei primissimi secondi dopo il Big bang, nella "lotta" tra particelle e antiparticelle l'hanno spuntata le prime, seppure in minima percentuale (che è quella che ci permette di essere qui ora)? Perché sembra che la teoria dell'inflazione, sviluppata per "sostenere" delle crepe nel modello standard, e sulla quale torneremo in seguito, oggi potrebbe essere rimessa in discussione? Come mai la scienza, che dovrebbe diffidare di interpretazioni ad hoc e accettare solo fatti accertabili oggettivamente, basa la nascita di tutte le cose su una singolarità (il famoso globo di fuoco), che difficilmente sarebbe tollerata in altri ambiti, e su un modello, quello dell'inflazione, non proprio privo di falle? Ribadisco che queste sono solo considerazioni di un non addetto ai lavori, ma curioso per natura, e affamato di sapere. Scrivo queste cose esprimendo liberamente il mio pensiero e con la massima reverenza nei confronti di tutti gli scienziati citati nell'articolo, e anche di quelli non citati, che han fatto grande la cosmologia, l'astronomia e la fisica. E voi cosa ne pensate?


Accadde oggi

Il 3 febbraio 1984 lo Space Shuttle Challenger parte per la decima missione del programma Space Shuttle. Questa missione è ricordata per la prima passeggiata nello spazio, o attività extraveicolare, senza corda, effettuata dall''astronauta americano Bruce McCandless, il 7 febbraio. Per attività extraveicolare (in inglese Extra-vehicular activity - EVA) si intende il lavoro fatto da un astronauta nello spazio e all'esterno della sua navicella spaziale (capsula, veicolo o stazione). Il termine che comunemente si utilizza per descrivere una EVA da un veicolo orbitale terrestre è passeggiata nello spazio (spacewalk), mentre per le EVA sulla Luna, il più utilizzato è passeggiata lunare (moonwalk).



Il 3 febbraio 1966 la navetta sovietica Luna 9 effettua il primo allunaggio. La capsula d'atterraggio pesava 99 kg, era ermeticamente chiusa e conteneva un sistema televisivo per la raccolta di immagini, una radio, un sistema di controllo della temperatura, batterie ed altri apparati scientifici. Il modulo allunò nell'Oceanus Procellarum (Oceano delle Tempeste) e subito furono aperti i quattro petali che racchiudevano e proteggevano la sonda in modo da stabilizzarla sul suolo lunare. Furono dispiegate le antenne e il sistema televisivo, grazie a degli specchi orientabili, iniziò a riprendere il panorama lunare. Furono inviate alla Terra sette sessioni di riprese per un totale di 8 ore e 5 minuti. Una volta elaborate ed assemblate al centro di controllo produssero una vista panoramica del sito di allunaggio, e mostravano anche un masso nelle vicinanze della sonda e l'orizzonte lunare distante 1,4 km. Queste erano le prime immagini che giungevano da un corpo celeste e fu un vero successo per le autorità sovietiche, che avevano dimostrato la possibilità di inviare sonde automatiche su altri pianeti.

(Fonte: Wikipedia)

martedì 31 gennaio 2012

Accadde oggi

Il 31 gennaio 1958 gli USA lanciano in orbita  il loro primo satellite artificiale Explorer I, ufficialmente chiamato Satellite 1958 Alpha, per rispondere al lancio dello Sputnik I, avvenuto in URSS l'anno prima.





Alle ore 16.03  del 31 gennaio 1971 dalla stazione di lancio di Cape Canaveral partiva l'ottava missione del programma Apollo con equipaggio, Apollo 14. Fu la terza ad allunare. Fino a quel momento, Apollo 14 rappresentò la missione più importante dal punto di vista scientifico. Le pietre lunari, in complesso del peso di 42,9 kg, fornirono importanti informazioni per stabilire l'età della Luna. Pure gli strumenti posizionati nei pressi della zona di allunaggio contribuirono alla fornitura di dati di alto valore scientifico. Ad esempio si constatò, grazie agli strumenti sismici installati, che la maggior parte dei terremoti lunari avvengono quando la Luna si trova nel punto più vicino alla Terra durante la sua orbita, cioè nel punto in perigeo. Solo grazie al successo di questa missione si poterono programmare ed eseguire le future Apollo 15, 16 e 17.



Nel 1966 Luna 9 fu la sonda lanciata dall'URSS il 31 gennaio. Fu la prima sonda ad effettuare un allunaggio morbido sulla Luna e ad inviare immagini del suolo lunare. Per motivi sconosciuti, le immagini ricevute da Luna 9 non furono subito rilasciate dalle autorità sovietiche. Nel frattempo, l'osservatorio di Jodrell Bank che monitorava la sonda, si accorse che il formato utilizzato per l'invio sulla Terra delle immagini era compatibile con lo standard internazionale di trasmissione immagini utilizzato dalle testate giornalistiche. Il Daily Express riuscì ad ottenere un ricevitore dall'osservatorio e fu in grado di pubblicare le storiche riprese della Luna. Alcuni sospettano che i progettisti della sonda avessero previsto questa opportunità, in modo che il mondo potesse accedere alle immagini evitando l'imbarazzo di chiederle all'URSS, o per evitare che le autorità russe creassero una propaganda trionfale come quella che seguì il volo di Gagarin.


(fonte: wikipedia.it)

venerdì 27 gennaio 2012

Conoscere il cielo - Orione


Nonostante sia poco tempo che pratico questo hobby posso dire con certezza che la fretta non aiuta a compiere progressi. Per questo dico a chi avesse voglia di approfondire la materia che è molto importante andare per gradi. Osservare il cielo con uno strumento si impara con la pratica e tanta pazienza, oltre che con i consigli dei più esperti; la cosa che tutti possiamo fare, anzi, dobbiamo fare, è stare col naso all’insù per molto tempo e imparare a riconoscere quello che vediamo. Tutti sanno riconoscere l’Orsa Maggiore (o grande carro), ma è bene imparare altri punti di riferimento per potersi orientare tra i miliardi di stelle. In inverno, per esempio, è molto utile riconoscere nel cielo la costellazione di Orione (Figura 1), primo perché partendo da qui si possono individuare altre stelle e costellazioni importanti (figura 2), poi perché in essa è possibile riconoscere molti oggetti del profondo cielo come nebulose e ammassi aperti (approfondimento).
Figura 1
La costellazione di Orione
Figura 2
Gli allineamenti partendo dalla costellazione di Orione
Betelgeuse la gigante rossa in alto a sinistra. Rigel azzurra e luminosissima all’estremità opposta. La cintura in mezzo alle due e la spada subito sotto. Questo quello che si vede subito, a colpo d’occhio. Guardando più attentamente, proprio in mezzo alla spada, è possibile riconoscere una macchia biancastra, decisamente differente dalle stelle circostanti, sia per forma apparente che per luminosità. E’ la nebulosa di Orione o M42. Se disponete di un binocolo potrete apprezzare meglio questa macchia lattiginosa. E’ stato il primo oggetto del profondo cielo che ho osservato e che ho imparato a individuare e, visti i riferimenti molto evidenti, è il punto di partenza ideale. In internet troverete molte immagini di M42; non aspettatevi di vedere sfumature viola o sbuffi colorati. La visione col binocolo o con un piccolo telescopio non mette in evidenza i colori e i dettagli visibili con le tecniche fotografiche. Per questo motivo preferisco non includere immagini della nebulosa in questo articolo, così da non deludere le vostre aspettative.

giovedì 26 gennaio 2012

Conoscere il cielo - La Luna



Figura 1 - La Luna piena
Figura 2 
La luna vista da un rifrattore 
da 60mm con 40 ingrandimenti
La Luna é sicuramente il corpo celeste più adatto per iniziare l'osservazione del cielo. I motivi sono ovvi: è vicina alla Terra, molto luminosa perché la sua superficie riflette la luce solare e si ripresenta puntuale nel suo giro intorno al nostro pianeta ogni 28 giorni (circa). Diversamente da quanto si pensi il periodo migliore per osservare il nostro satellite non è durante la fase di Luna piena. In quel periodo, infatti, la troppa luce riflessa abbaglia la vista dell'osservatore; inoltre tutto quel chiarore non permette di evidenziare le asperità del suolo lunare, mostrando solo un disco piatto. Quando invece è presente il terminatore, la fascia d'ombra al confine della zona illuminata dal sole, i crateri, i monti e gli avvallamenti risultano visibili nella loro tridimemsionalità. Già con un binocolo è possibile apprezzare i rilievi, ma è con il telescopio, anche un modello base, che sembra quasi di toccare la superficie porosa e polverosa del satellite. Non avete bisogno di alti ingrandimenti e già con un'oculare a grande campo potrete ammirare l'Oceano delle Tempeste e il Mare della Tranquillità, meta del famoso allunaggio dell' Apollo 11 del 1969 e molti crateri (Figura 2). Se avete un telescopio il consiglio che posso dare è sfruttare la Luna per fare pratica con l'uso dello strumento. Imparare ad allineare e usare il cercatore, aumentare gli ingrandimenti per avvicinare di più lo sguardo al suolo lunare. Scoprirete che non sempre ingrandire (quindi avvicinare a se) un oggetto significhi vederlo meglio. Il primo telescopio che potrete permettervi non potrà supportare più di 80/100 ingrandimenti, senza perdere di nitidezza dei dettagli. Usate la Luna anche per trovare il limite del vostro strumento, per evitare di acquistare oculari che non potrete usare al meglio.  
 Se siete interessati all'astrofotografia, la Luna potrà darvi grandi soddisfazioni durante le prime fasi dell'apprendimento. Essendo molto vicina e luminosa non ha bisogno di tempi di esposizione lunghi per permettere all'obiettivo di raccogliere la debole luce che emettono di solito i corpi celesti. Questo significa che non avrete bisogno di seguire l'oggetto con una montatura motorizzata. 

mercoledì 25 gennaio 2012

Appunti di due astrofili



"Non ho mai incontrato un uomo così ignorante dal quale non abbia potuto imparare qualcosa"
Galileo Galilei
Questo blog è nato per raccogliere appunti e pensieri di due astrofili alle prime armi. Non ha assolutamente velleità scientifiche o didattiche. La nostra speranza è che le esperienze sul campo possano aiutare chi si appresta a intraprendere la carriera dell'astrofilo senza commettere i nostri stessi errori, e condividere, con chi vorrà, i nostri successi.